Urne aperte nella regione "cuore dell'Italia" dove si vota per il rinnovo del Consiglio regionale e per la nomina del nuovo Governatore
Domenica 27 ottobre in Umbria si celebra la quinta tornata elettorale regionale nel solo anno 2019, nonché il primo test elettorale del governo Conte II.
Dopo Abruzzo, Sardegna, Basilicata e Piemonte (contestuale alle Elezioni Europee) che hanno sempre visto la vittoria del Centrodestra a trazione leghista, ora è il turno appunto dell'Umbria, e le possibilità che cada una delle ultime regioni ancora rimaste rosse sono molto alte.
BIANCONI E LA NUOVA COALIZIONE PROGRESSISTA
Infatti, lo scandalo sulla sanità umbra che ha fatto cadere l'ex Presidente democratica Catiuscia Marini, dimessasi lo scorso 28 maggio decretando la fine anticipata della legislatura, rischia di pesare come un macigno sulla nuova coalizione di Centrosinistra che vede per la prima volta insieme il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle a sostegno del "civico" Vincenzo Bianconi, appoggiato altresì da Europa verde, Sinistra Civica e dalla lista Bianconi per l'Umbria.
Inizialmente Di Maio aveva puntato su due donne di Assisi per la carica di Governatore: il sindaco Stefania Proietti e la presidente dell'Istituto Serafico Francesca di Maolo, ma, dopo il loro rifiuto, ha virato sull'imprenditore e presidente di FederAlberghi Umbria, Bianconi.
Sondaggi alla mano, il nuovo campo progressista risulta in svantaggio, anche per aver iniziato con notevole ritardo la campagna elettorale, ma grazie all'unione di 5 Stelle e dem il recupero è meno impossibile.
Proprio questa unione è l'elemento che desta il maggior interesse su questa competizione elettorale, perché, dopo 10 anni di urla contro "inciuci", "accozzaglie" e "liste civetta" varie, questa sarà la prima volta che si vedranno i grillini correre insieme ad altre forze politiche. Una cosa che non era successa nemmeno al tempo del "governo populista" M5S-Lega e del Conte I. E anzi, proprio il tentativo di arginare lo straripamento della Lega di Salvini è il motivo principale che ha spinto Di Maio e Zingaretti, benedetti dal voto della piattaforma Rousseau, a mettersi insieme.
IL CENTRODESTRA ALLA CONQUISTA DEL BASTIONE ROSSO
Ecco, la Lega appunto...
La Lega si trova dall'altra parte della barricata, all'interno della coalizione classica del Centrodestra che la vede insieme a Fratelli d'Italia e Forza Italia a sostegno di Donatella Tesei, parlamentare leghista eletta solo un anno e mezzo fa al Senato, dove ricorpre il ruolo di Presidente della IV Commissione Difesa.
Le altre due liste che compongono la coalizione Tesei sono Umbria civica e Tesei Presidente.
Come detto, i favori del pronostico li ha proprio la Tesei, che ha iniziato con ampio anticipo la sua campagna elettorale e che viaggia sulle ali della crescita di Salvini e della Lega e dello scandalo che ha coinvolto la giunta Marini.
Per il Centrodestra potrebbe essere un successo storico, visto che dal 1970 a oggi l'Umbria è sempre stata uno dei più forti "bastioni rossi".
GLI ALTRI CANDIDATI ALLA GUIDA DELL'UMBRIA
Oltre a Bianconi e Tesei ci sono altri sei candidati alla guida della Regione Umbria e sono:
Claudio Ricci, leader della cosiddetta "Coalizione civica" che schiera ben tre liste: Ricci Presidente, Italia Civica e Proposta Umbria;
Antonio Pappalardo, pittoresco ex parlamentare ed ex Generale dei Carabinieri palermitano che si candida con una lista dei rivoluzionari (o presunti tali) Gilet Arancioni, nati dal movimento dei Forconi;
Emiliano Camuzzi, attivista e sindacalista di Sinistra-Sinistra appoggiato dal Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo;
Rossano Rubicondi, che non è l'ex di Ivana Trump ma un operaio candidato da un altro Partito Comunista, quello che fa capo a Marco Rizzo;
Martina Carletti, 29enne di Riconquistare l’Italia, costola umbra del Fronte Sovranista Italiano;
Giuseppe Cirillo, campano fondatore di una "Scuola di seduzione" ed esponente del Partito delle Buone Maniere.
LA LEGGE ELETTORALE UMBRA
In Umbria vige una legge elettorale proporzionale con premio di maggioranza. E che premio di maggioranza!
Infatti, alla coalizione che conquista anche un solo voto in più delle altre, senza alcuna soglia minima da raggiungere, andrà il 60% dei 20 seggi che compongono il Consiglio Regionale (+1, che è quello che spetta al Governatore).
Quindi 12 seggi (+1) alla coalizione vincente, mentre gli altri 8 seggi saranno ripartiti proporzionalmente tra i partiti che avranno superato la soglia di sbarramento del 2,5%, con un seggio che viene comunque riservato al secondo miglior candidato governatore.
Gli elettori potranno usufruire della doppia preferenza di genere, ovvero della possibilità di votare sia per un candidato uomo sia per una candidata donna che appartengono allo stesso partito.
Non c'è possibilità di voto disgiunto, come non c'è nemmeno il ballottaggio.
Comentarios