Giuseppe Giordano
In Umbria è terremoto per il Governo
Al primo banco di prova elettorale, la nuova alleanza "civica" PD-M5S esce con le ossa non rotte, ma polverizzate. La crisi del Papeete per Salvini è superata e così una nuova regione è conquistata. La nuova governatrice umbra è la leghista Donatella Tesei
L'Umbria sarà anche una regione piccola, come ha detto il Presidente del Consiglio, Conte, cercando di banalizzare l'esito del voto, ma il frastuono che è venuto da lì è stato inevitabilmente fragoroso.
Le elezioni regionali hanno sancito per la prima volta dal 1970 la vittoria del Centrodestra in Umbria con Donatella Tesei e la caduta ufficiale di una delle cosiddette regioni rosse. Già prima l'Umbria era passata al "lato blu della Forza" (semi cit.), con la vittoria della Lega alle Europee e con diversi comuni passati al Centrodestra, ma questa è la prima volta per l'Ente regionale.

La vittoria del Centrodestra è netta per tante ragioni:
per quelle storiche appena descritte;
per l'affluenza massiccia che è stata di quasi 10 punti superiore alla tornata del 2015, a testimonianza della grande voglia di cambiamento degli elettori;
per i 20 punti e passa con cui la "coalizione Tesei" (58,8%) stacca la "coalizione Bianconi" (36,4%);
per l'avanzata poderosa non tanto della Lega, che mantiene i livelli delle Europee, quanto di Fratelli d'Italia, che raggiunge la doppia cifra e diventa il terzo partito in assoluto nella regione;
per la rivolta in massa del voto operaio e dei ceti più deboli contro il "potere costituito". Un potere non più rappresentato solo dal PD, ma ormai pure dal Movimento 5 Stelle, accusato di aver tradito le grandi promesse di cambiamento sull'altare del governo.
L'UMBRIA E I TERREMOTI
Negli ultimi 3 anni l'Umbria ha subito diversi terremoti, fisici e naturali dal 2016, ma anche politici.
Nel 2015, quando Catiuscia Marini ottenne la conferma per il suo secondo mandato col 42,8%, il PD si confermò primo partito col 35,8%, conquistando quasi tutti i seggi spettanti alla maggioranza (che raggiunse il 43,3%). Il secondo partito in assoluto fu il Movimento 5 Stelle, col 14,5%. Il Centrodestra conquistò il 38,5%, con la Lega Nord al 14%, Forza Italia all'8,5% e Fratelli d'Italia al 6,2%.
Nel 2018 era arrivata una prima scossa "Politica", col PD sempre primo partito ma col Centrodestra, guidato dalla Lega, prima coalizione. Un successo che ha portato la stessa Tesei a vincere il suo collegio uninominale al Senato.
Quindi ci sono state le Europee e le Amministrative lo scorso 26 maggio, quando la Lega ha fatto incetta di voti arrivando al 38%, primo partito in assoluto, e con tanti comuni, da Perugia a Orvieto, da Foligno a Bastia Umbra, diventati di colore blu.
Ad agosto era arrivata la crisi del Papeete che sembrava poter compromettere l'ascesa di Salvini, che invece l'ha ampiamente superata.
Oggi infatti Donatella Tesei è diventata governatrice col 57,5% e primo partito è la Lega con più del 37% delle preferenze (+26% rispetto a 4 anni fa). Fratelli d'Italia supera ampiamente il risultato delle Europee e quasi raddoppia quello delle precedenti regionali raggiungendo il 10,4% (+4). Forza Italia invece ottiene la metà dei voti di Fratelli d'Italia, a conferma del sempre più marginale ruolo di Berlusconi nella coalizione (5,5%).
La sola Lega quindi ottiene più dell'intero "Patto Civico" (36,8%) che sosteneva Vincenzo Bianconi (37,5%), che perde di tanto e male, forse oltre le più catastrofiche previsioni. Il PD ha mantenuto almeno la soglia psicologica del 20% (22,3 per l'esattezza), ma la vera debacle è quella del M5S, che passa dal 27,5% delle Politiche al 14,6% delle Europee fino al 7% di oggi. A ogni elezione ha perso la metà dei voti, e ha la metà dei voti anche rispetto alle Regionali di Umbria 2015.
L'alleanza raccogliticcia e costruita così di fretta e furia, senza alcuna "osmosi" tra i partiti che la componevano e anzi vittima di polemiche continue a livello nazionale, ha ostacolato una campagna elettorale improvvisata e fatta in troppo poco tempo (appena 20 giorni), quando invece l'opposizione con Salvini in testa batteva ogni palmo del territorio già da mesi, rendendo impossibile qualsiasi speranza di recupero e trasformando la "foto di Narni" in un boomerang a livello nazionale.

Si è trattato di una sconfitta talmente bruciante che nessuno dei big del Movimento si è presentato ai microfoni. Solo un post in tarda notte è stato pubblicato su Facebook per annunciare la prematura fine del progetto di alleanza politica col PD, che perciò non sarà più replicata.
Ma se non ci sono possibilità che l'alleanza coi Dem diventi organica, superando la semplice opposizione all'avanzata sovranista (commettendo così gli stessi storici errori della Sinistra anti-berlusconiana), che senso ha continuare con questo governo dilaniato dalle polemiche interne e dai continui distinguo? E quale sarà il futuro di una forza come il Movimento che ha sì cambiato la politica italiana ma che sembra aver esaurito la propria spinta propulsiva e ogni forza portatrice di cambiamento?
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