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  • Immagine del redattoreGiuseppe Giordano

Juncker e May: la lunga notte senza stelle dell'Europa

Sono ore molto critiche per l'Unione Europea e per il Regno Unito. E le prospettive sono imperscrutabili.


La giornata di ieri è stata a dir poco campale. Ieri mi sono immaginato Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea, bere qualche bicchierino già di buon mattino per prepararsi ad affrontare la giornata.

Innanzitutto per andare davanti al Parlamento di Strasburgo per riconoscere tutte le accuse che erano state mosse negli ultimi anni all'Europa: quella di essere stata una cattiva matrigna, di aver praticato troppa austerity e di essere stati troppo duri con una Grecia già in ginocchio per la crisi economica del 2008.


Beh, che dire? Meglio tardi che mai...

Ma purtroppo gli errori si pagano. E un'Europa per troppo tempo troppo sorda alle grida sofferenti del proprio popolo, rischia di pagarli a caro prezzo.


Lo stiamo vedendo anche adesso, soprattutto da ieri sera, da Londra, dove, alla Camera dei Comuni (la nostra Camera dei Deputati), la maggioranza conservatrice guidata da Theresa May si è vista bocciare la proposta di accordo con l'UE per la Brexit con uno scarto di 230 voti, numeri che non si vedevano da 95 anni. Ben 118 sono stati i Conservatori che hanno voltato le spalle al proprio governo pur accingendosi a votargli la fiducia questa sera. Paradossale, vero? Quasi schizofrenico.



Ma così è, se vi pare. E allora forse Juncker non è stato l'unico a farsi qualche bicchierino ieri. E pure oggi... E pure nei prossimi giorni...


Perché poi chi lo sa cosa succederà adesso?!

Il discorso di Juncker di cui sopra sembra quasi essere una disperata apologia dell'operato dei governi di questi anni. Un'apologia che sa soprattutto di ipocrisia, arrivata solamente perché sta cominciando a sentire l'odore acre del vento del sovranismo-populismo che probabilmente soffierà fortissimo il 26 maggio. Mentre quello stesso vento ha soffiato sul fuoco di un referendum dagli esiti inaspettati e tuttora oscuri.


Dicevo, che succederà adesso? Un nuovo referendum? Un nuovo accordo (ad ora smentito dalle più alte cariche europee)? Una Hard Brexit? Un'uscita unilaterale? E quando (e se) i barbari conquisteranno Bruxelles?


Preparate i pop-corn perché lo spettacolo si farà ancor più interessante...

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