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Immagine del redattoreGiuseppe Giordano

Sardegna: altro giro, altra elezione

Domenica in Sardegna si torna al voto per le Elezioni Regionali. Sette candidati corrono per la poltrona di Governatore. Protesta dei pastori sardi e continuità territoriale i temi al centro della campagna elettorale



Domani, domenica 24 febbraio, dalle 7 alle 22, si torna a votare in Sardegna per le Elezioni Regionali, a un mese di distanza dalle Elezioni suppletive del collegio di Cagliari, che hanno visto la vittoria del Centrosinistra, e a due settimane dalle Regionali abruzzesi, col trionfo del Centrodestra e la conferma della Lega (Nord) come primo partito della coalizione anche al Sud.



La corsa per la Presidenza


Queste elezioni regionali sarde avvengono a conclusione della legislatura guidata dal Presidente uscente Francesco Pigliaru (Centrosinistra), che non si è ricandidato. 5 anni fa vinse col 42,4%.

Oggi, al suo posto, alla guida della coalizione di otto partiti di sinistra imperniata sul Partito Democratico, si presenta il sindaco di Cagliari Massimo Zedda.


Il candidato Presidente del Centrodestra è Christian Solinas, senatore eletto con la Lega e segretario dello storico Partito Sardo d'Azione. Anche qui il Centrodestra si schiera con la sua formazione classica, che vede Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia alleati, con in più una lista afferente all'Udc, Energie per l'Italia di Parisi e varie liste autonomiste, per un totale di undici liste.


Chi si presenta da solo è, come sempre, il MoVimento 5 Stelle, con Francesco Desogus candidato Presidente.


Gli altri candidati alla carica di governatore sono:

  • Vindice Lecis per l'estrema sinistra (Rifondazione e Comunisti italiani);

  • Paolo Maninchedda per il Partito dei Sardi;

  • Andrea Murgia per Autodeterminatzione;

  • l'ex Presidente forzista Mauro Pili per la lista Sardi liberi.



La legge elettorale

La Sardegna è stata forse l'ultima regione ad adottare l'elezione diretta del Presidente. Prima c'era una legge tipica della Prima Repubblica, per cui il Governatore veniva scelto dal Consiglio in base alla maggioranza presente al suo interno.


Dal 2004, invece, viene eletto Presidente il candidato che ha ottenuto la maggioranza relativa dei voti.


L'elettore può esercitare il voto disgiunto, votando quindi per un candidato consigliere o un partito di una coalizione e il candidato Presidente di un'altra coalzione.


Il sistema elettorale è proporzionale con premio di maggioranza:

  • il 60% dei seggi se ha ottenuto almeno il 40% dei voti;

  • il 55% dei seggi se ha ottenuto almeno il 25% dei voti.

Per le liste della coalizione vincente non esiste soglia di sbarramento, che invece è del 10% per le altre coalzioni e del 5% per le liste non coalizzate, che corrono in solitaria.



Il clima alla vigilia


Come detto, i temi su cui si è concentrata la campagna elettorale sono stati quelli relativi alla continuità territoriale, secondo cui i residenti sardi possono raggiungere il Continente a prezzi agevolati, e alla protesta dei pastori sardi. Quest'ultima vicenda è stata quella che più ha acceso i riflettori nazionali su questa competizione, con gli allevatori che, a causa del basso prezzo con cui erano costretti a vendere il proprio latte alle aziende rivenditrici, hanno preferito gettarlo per le strade.


Una situazione che, ancora una volta, non fa che favorire la Lega, che non solo è il partito che sta andando per la maggiore, come riportato da tutti i sondaggi e come confermato dal voto abruzzese, ma che ha in Gianmarco Centinaio il ministro dell'agricoltura, proprio colui che si trova sulla scrivani il dossier del latte sardo.


Il Centrodestra nel suo complesso, dunque, gode di buona saluta, e con le sue undici liste si pone come la coalizione favorita. Con le sue otto liste, e con un candidato forte e apprezzato come Zedda, segue il Centrosinistra, che però non vive certamente un periodo felice, col PD preso dalle Primarie. Per il MoVimento 5 Stelle, da sempre in difficoltà nelle elezioni locali che permettono coalizioni con un gran numero di partiti, dilaniato dalla diatriba interna tra ortodossi e governisti e che continua nella sua discesa, sarà difficile quantomeno insidiare i favoriti, anche perché, come detto, ci sono altre quattro liste a rubare voti che ai 5 Stelle potevano tornare comodo...



Secondo te come finirà questa nuova tornata elettorale? Ancora poche ore e lo scopriremo...







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