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  • Immagine del redattoreGiuseppe Giordano

Il passo falso di Salvini, l'unica chance di M5S e PD

Prima o poi doveva succedere e forse è successo nella maniera peggiore: Matteo Salvini ha commesso quello che (forse) può essere l'errore più grave da quando ha cominciato la sua ascesa, dicendo probabilmente addio al 40%. È un'occasione irripetibile per M5S e PD per recuperare consensi



Alla fine è successo: dopo anni passati in un continuo crescendo, dopo aver preso una Lega Nord al 4% e sull'orlo della scomparsa definitiva e averla portata quasi al 40% secondo i più recenti sondaggi, Matteo Salvini ha commesso forse il suo primo grande errore: essere troppo sicuro di sé stesso e nel favore delle previsioni.


Di Maio-Renzi-Salvini

Ora il rischio è che, rompendo lui il governo e lasciando ad altri il potere, il castello della sua propaganda possa crollare...



LA SUPERBIA SECONDO MATTEO


Matteo Renzi (da Il Post)

È stato lo stesso peccato di superbia commesso da un altro Matteo, Renzi. Nel 2014 Renzi, che aveva spodestato Letta dopo il famoso "Enrico stai sereno", portò il Partito Democratico a superare il 40% alle Elezioni Europee di quell'anno e, sentendosi sicuro dei successi che sarebbero arrivati, puntò tutto sul Referendum Costituzionale del 2016, azzardando persino la promessa di ritirarsi in caso di sconfitta. Una promessa mancata che tutt'oggi pesa come un macigno sulla sua reputazione e sulla fiducia (scarsa) che i cittadini hanno verso di lui.


Evidentemente, Salvini non ha imparato la lezione e, come Renzi, anche lui ha tradito la promessa che il governo sarebbe durato per 5 anni urlata urbi et orbi fino a pochi giorni prima dai vari palchi delle spiagge d'Italia.


Al contrario, dopo il voto sulla mozione TAV presentata dal M5S e bocciata da tutti gli altri partiti, il segretario della Lega (Nord), sicuro del favore dei sondaggi e smanioso di passare all'incasso nel Parlamento che più gli interessa (il 34% alle Europee di maggio è poca cosa rispetto alla prospettiva di governare l'Italia), ha deciso di "far saltare i Conte" e di far cadere il governo.


Un tradimento che, in attesa di capire quali effetti produrrà sui prossimi sondaggi, ha già provocato la perdita di 5.000 follower in due giorni su Facebook. Non sono molti per una pagina che vanta 3,7 milioni di follower (politico più seguito d'Europa), ma è comunque un segno dopo anni di crescita costante.


Così come un altro segno è l'esplosione delle contestazioni (mai così forti finora) ricevute al suo arrivo a Soverato in Calabria o a Catania e a Vittoria in Sicilia.



IL RITORNO ALL'AZIONE DI GRILLO E DEL M5S


Beppe Grillo

Contemporaneamente, il Movimento 5 Stelle è tornato a respirare. Denunciando l'Alto Tradimento del Carroccio (tornato ad essere Lega Nord anche nella sua propaganda), dopo aver passato gli ultimi 15 mesi a ingoiare rospi di tutti i tipi per sopportare lo strapotere comunicativo di Salvini, Di Maio e soci possono finalmente rialzare la testa e riprendere a martellare per riconquistare i consensi che intanto si erano riversati verso l'ex alleato/avversario che loro stessi avevano "riabilitato", anche sorvolando sul caso Diciotti o sulla condanna al pagamento dei 49 milioni di euro spariti dalle casse della Lega.


E anche Beppe Grillo è subito tornato in campo per dar man forte alla sua creatura per evitare la vittoria dei "barbari".


L'occasione è propizia! Sebbene il M5S, sondaggi e risultati delle Europee alla mano, sia solo il terzo partito d'Italia, i numeri del Parlamento (che sono quelli che veramente contano al momento) dicono altro, e dicono che le carte sono sempre in mano ai 343 parlamentari pentastellati, il gruppo più grande fra Camera e Senato.


Non sono certo numeri sufficienti per governare da soli, ma vi ricordate cosa successe circa un anno e mezzo fa? Il M5S non fece delle consultazioni con la sola Lega e i suoi 180 parlamentari circa, ma anche con il PD, che aveva un numero di parlamentari di poco inferiore (163).


Costituita l'alleanza populista con la Lega, non sono mancati i colpi sotto la cintola fra M5S e PD (#senzadime contro i 5 Stelle prima, e "PD = Partito Di Bibbiano" poi). Ma una qualche convergenza ai massimi livelli tra questi due partiti ultimamente c'è stata: parliamo della nomina di Ursula Von der Leyen alla Presidenza della Commissione Europea.



PERCHÉ SÌ ALLA NUOVA "STRANA ALLEANZA"


Proprio la Commissione Europea non si è ancora formata e l'Italia deve esprimere anche il suo rappresentante. Proprio questo può essere il primo mattone su cui costruire la nuova alleanza M5S-PD, che sarebbe anche fedele al voto congiunto espresso all'EuroParlamento e che invece sarebbe mancato nel caso fosse stato mandato un leghista alla Commissione. Abbastanza un paradosso...


Altri motivi per convergere?

  • Uno economico: evitare l'esercizio di bilancio provvisorio e lo scatto dell'IVA al 25%: sarebbe una mazzata tremenda per la già fragile economia italiana;

  • Uno politico: evitare che Salvini sfrutti il momento favorevole e abbia la strada spianata per Palazzo Chigi, garantendosi una buona maggioranza in Parlamento già alleandosi solamente con Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni.


Tenendo ancora per un po' di tempo lo scettro del governo in mano con la benedizione e le indicazioni tanto di Mattarella quanto (da non sottovalutare) della Von der Leyen, la nuova maggioranza potrebbe approvare una manovra di salvataggio dei conti e disinnescare le clausole di salvaguardia, salvare i provvedimenti più importanti già approvati, come il Reddito di Cittadinanza, tagliare forse il numero dei parlamentari e soprattutto sgonfiare il "pericolo" di Salvini premier.



PERCHÉ NO ALLA NUOVA "STRANA ALLEANZA"


Qui veniamo alle note più dolenti.


Da quando è nato, il Movimento 5 Stelle non le ha certo mandate a dire al Partito Democratico. Dallo streaming che umiliò Bersani fino alla definizione del PD come il partito delle banche, delle mafie, dei ricchi, dei potenti, dei corrotti, il partito dei Parioli, il Partito di Bibbiano, ecc., ecc.


Non che il PD si sia limitato a incassare silenziosamente. Anzi! Ha via via definito il Movimento 5 Stelle un manipolo di ingenui, di scappati di casa, di incompetenti, di stupidi... Per non dimenticare il più recente #senzadime lanciato dai renziani per scongiurare qualsiasi ipotesi di alleanza fra il segretario Zingaretti e Di Maio.


Adesso, invece, ironia della sorte, è proprio l'ex leader Renzi a tendere la mano ai 5 Stelle, con Zingaretti a opporsi e a chiedere il voto anche per ridurre i renziani nei gruppi parlamentari.


Per Renzi è un'occasione unica per ritornare al centro della scena e trasformare i rumors sul suo partito in realtà (gira il nome di Azione Civile), ma questa sarebbe un'operazione avallata solo da 1 elettore del M5S su 10, e Grillo e Di Maio hanno già ripreso le bordate contro quello che il Garante definisce "un avvoltoio".



Inoltre Salvini sta già costruendo la sua propaganda su questo "inciucio" (parola che aborro) Di Maio-Renzi. E dall'opposizione sarebbe ancora più facile per lui gettare fango sugli avversari.


Solo i risultati e una contro-propaganda sul tradimento di Salvini, sulla sua fuga di fronte al pericolo di un aumento dell'IVA e sul suo ritorno dal vecchio e corrotto Berlusconi possono permettere il successo del nuovo asse M5S-PD.


Qualche altro consiglio utile su Come fermare Salvini lo ha già dato anche l'amico Marco Venturini sul suo blog sul Fatto Quotidiano. Forse a Di Maio converrebbe dare un'occhiata...



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