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  • Immagine del redattoreGiuseppe Giordano

Marketing e i millennial: perché è a loro che dovresti rivolgerti

Aggiornamento: 6 mag 2021

Prima ancora di cominciare una campagna di comunicazione e di marketing, qualunque business deve capire a chi rivolgersi. In questo post vediamo perché i millennial dovrebbero essere il tuo principale target di riferimento


Negli ultimi 10 anni sono successe due cose che hanno completamente stravolto il modo di fare comunicazione, marketing e pubblicità, come anche il mindset (il modo di pensare) dei consumatori: l'"esplosione" dei dispositivi mobili (iPhone e smartphone) e quella dei social network.

App che si aprono in uno smartphone

A causa di ciò, le aziende hanno dovuto ricalibrare le loro strategie di marketing per attrarre gli odierni consumatori digitali. E la più corposa avanguardia di questo cambiamento è la generazione dei millennial.

I millennial (i nati fra il 1980 e il 1996) sono la più numerosa generazione del pianeta, con un potere di spesa annua di circa 200 miliardi di dollari. Ecco perché questo gruppo di consumatori è il migliore a cui tu possa puntare!

Se non ti impegni a comprenderli e a parlare la stessa lingua di questa generazione, non potrai mai fare affari con loro in maniera efficace, efficiente, continuata.

E per questo motivo occorre innanzitutto smontare i tanti, troppi, stereotipi che ruotano attorno alla generazione dei millennial e capire chi sono per davvero per poterli intercettare.


CHI SONO I MILLENNIAL?

I millennial non sono tutti uguali. Pur appartenendo alla stessa generazione, dai 20 ai 39 anni c'è una grande differenza.

Ragazza mostra alle sue amiche immagini sullo smartphone

I millennial rappresentano ormai un terzo della forza lavoro mondiale (fonte: ManPower), e ammontano a poco meno di 2 miliardi di persone nel mondo (quasi 12 milioni in Italia).

Per raggiungere questa generazione occorre usare nuovi metodi comunicativi, perché i millennial sono:

  • i frequentatori meno assidui dei negozi;

  • i più reattivi alle opportunità dello shopping online;

  • e i più motivati e influenzabili dal passaparola di parenti e amici e dalle recensioni ed esperienze altrui.

E ancora:

  • imparano da autodidatta su YouTube o altre piattaforme di e-learning come Udemy e LinkedIn;

  • decidono dove mangiare in base ai post su Instagram o alle recensioni lasciate da altri clienti;

  • fanno ampio ricorso al delivery, facendosi portare la spesa e il cibo a casa.

Il mondo è cambiato, e ciò proprio perché i millennial sono cresciuti nel pieno dell'evoluzione tecnologica, della diffusione di internet e dell'interconnessione continua.

La nascita dei social media ha veramente rivoluzionato il mondo! La comunicazione, il marketing, la pubblicità, le modalità di acquisto e di vendita hanno avuto un impatto gigantesco sulla mentalità dei consumatori millennial. Con le possibilità di accesso e di influenza che i social network offrono, i millennial sono la prima generazione a raccontarsi su YouTube, a condividere talenti e opinioni, a costruirsi delle community, ad acquisire autorità e competenza senza avere per forza un diploma e a monetizzare i loro sforzi e le loro competenze come mai prima d'ora (vedi l'importanza dell'influencer marketing).

"I social media hanno stravolto le regole del gioco" [Chelsea Krost, Top 20 Millennial Marketing Strategists & Coach of LinkedIn]

Con tutta questa iperconnessione e sovraccarico di informazioni, ormai siamo più insensibili all'influenza della pubblicità tradizionale. Ciò significa che per colpire i millennial occorrono contenuti più originali, obbligando i marketer a pensare sempre più fuori dagli schemi.

Inoltre bisogna tenere a mente la grande difficoltà economica che vivono i millennial, dovuta a redditi relativamente bassi e alla crisi economica che ha colpito in particolare questa generazione, che difficilmente riesce a permettersi status symbol come una casa di proprietà o una macchina.

Sono aspetti che è importante tenere a mente per sintonizzarsi coi loro bisogni, le loro necessità, e quindi per fornire loro soluzioni e formulare i messaggi corretti su cui posizionare il nostro brand, i nostri prodotti e i nostri servizi.

 
 

QUALI SONO I COMPORTAMENTI E LE ASPETTATIVE DEI MILLENNIAL?

I millennial si comportano in modi diversi, tengono relazioni in modi diversi, fanno shopping in modi diversi. E hanno anche differenti aspettative.

I millennial apprezzano l'autenticità. Non si accontentano semplicemente di possedere un bene materiale, ma di vivere un'esperienza positiva e formativa attraverso di esso. Per questo lo storytelling, l'arte della narrazione, diventa cruciale per comunicare con loro.

Millennial a braccia aperte in cima a una collina

Quando riuscirai a toccare le corde giuste, a colpire la mente e il cuore dei millennial, che così avvertiranno il valore sociale del tuo brand, il prezzo non sarà più un problema.

I millennial richiedono di pensare digitale, mobile e social-e, e cercano esperienze autentiche.


GLI STEREOTIPI CHE RUOTANO ATTORNO AI MILLENNIAL

I giovani millennial sono stati spesso etichettati in maniera molto spregiativa soprattutto dai più adulti, genitori e politici (choosy, bamboccioni, ecc.). Ma ora distruggeremo questi stereotipi e accenderemo una luce sulle qualità di questa generazione...


1. "I millennial pensano solo a loro stessi, pensano solo a farsi i selfie e non fanno niente di buono per la società"

Sì, i millennial sono sicuramente la generazione dei selfie e le aziende stesse possono sfruttare questo fenomeno a proprio vantaggio grazie all'impatto che essi generano sui contenuti e sulla brand awareness.

Selfie di gruppo di ragazzi

Condividendo all'istante le nostre esperienze e il nostro lavoro, porteremo il nostro brand sul display e sugli smartphone dei nostri follower e gli daremo visibilità nella maniera più potente.

La richiesta dei millennial di una maggiore responsabilità sociale da parte delle imprese sta guidando il cambiamento delle strategie aziendali. I millennial guardano molto all'aspetto sociale o filantropico dei prodotti e servizi e più del 70% di loro ritiene questa una componente fondamentale per motivare l'acquisto di questo o quel prodotto presso questo o quel marchio.

E proprio il "brand activism", vale a dire l'impegno su importanti temi sociali da parte delle aziende, è uno dei principali trend digital e social del momento.


2. "I millennial sono cinici e materialisti"

I millennial sono guidati dalle esperienze personali. Pensano che i soldi vengono spesi meglio nelle esperienze e non nelle cose materiali.

Secondo uno studio condotto da Facebook, solo il 4% dei millennial fa coincidere il successo finanziario coi possedimenti materiali.


3. "Internet e i social media saranno la rovina dei millennial"

A parte alcuni aspetti negativi (che ci sono, come in tutte le cose), quelli positivi sono molti di più. A cominciare dal fatto che senza i social media e senza internet non avremmo potuto instaurare relazioni sociali ed economiche a costo quasi zero in ogni parte del mondo, non potremmo comprare e vendere prodotti ovunque, non potremmo valorizzare e dare visibilità alla nostra immagine e non potremmo guadagnare in molti e innovativi modi.

Oggi più che mai, il nostro destino è materialmente nelle nostre mani (e nei nostri smartphone).

 
 

4. "I millennial saranno la rovina dell'economia"

Essendo sempre più difficile entrare nel mondo del lavoro ed essendo cresciuto il costo per l'istruzione superiore in termini di energie, tempo e denaro, i millennial si sono dovuti inventare nuovi modi per poter guadagnare.

La gig economy (l'economia dei lavoretti), la sharing economy (l'economia della condivisione) e il lavoro freelance si sono diffusi e sono diventati fonte di guadagno, anche con business miliardari come quelli messi su da brand come Airbnb, Uber e altri.

Come vedi, sono tante le cose, anche brutte, che si dicono sui millennial, ma sono tutti stereotipi smentiti dalla realtà e di cui occorre liberarsi se non si vuole perdere la possibilità di entrare davvero in sintonia con questo mondo di lavoratori, consumatori... persone!


I MILLENNIAL: UNA GENERAZIONE, SEI MICRO-MERCATI

Come detto prima, i millennial sono tanti, sono circa 2 miliardi, e comprendono una grossa fascia di età che va all'incirca dai 20 ai 39 anni. Data la vastità di questa generazione, e data la differenza di pensiero e di stili di vita che ci può essere tra una persona di 23 anni e una di 35, possiamo individuare sei micro-mercati.


1. Gli studenti universitari

Contando anche i post-millennial, o Generazione Z, questo primo gruppo va all'incirca dai 18 ai 23 anni, ed è composto da studenti o impiegati di livello più basso e sono assidui frequentatori di Instagram (e Snapchat in America).


2. I ragazzi-boomerang

Molti di loro si sono già laureati e, in mancanza di lavoro e/o di un reddito solido, sono tornati a casa dai genitori. Questo gruppo va dai 23 ai 26 anni. ed è molto attivo nella gig e sharing economy.


3. I faccendieri

I faccendieri vanno dai 26 ai 29 anni. Hanno terminato l'università e o sono alla ricerca di un lavoro o hanno già cominciato le loro prime esperienze lavorative, spesso poco remunerate, o stanno avviando una loro propria attività dal forte impatto sociale sul mondo.


4. I genitori millennial

Dai 29 ai 32 anni, sono padri e madri al loro primo figlio, una condizione che crea un solco profondo a livello di bisogni, redditi, mentalità rispetto agli altri millennial.

Genitori millennial coi loro figli
Genitori millennial

I genitori millennial stanno rompendo i classici stereotipi del passato sugli uomini che lavorano e sulle donne confinate fra le mura domestiche. Al contrario, i padri millennial vogliono stare di più a casa e passare più tempo coi loro figli, mentre le mamme millennial sono molto influenti sulle loro cerchie e community. E le mamme blogger sono proprio quelle che dominano canali in forte espansione come Pinterest.

 

L'influencer marketing è la tecnica del momento

Vuoi sapere perché e come anche tu puoi sfruttarlo?

 

5. I xennial

La generazione che sta a metà fra i Millennial e la Generazione X e che va dai 32 ai 35 anni. I xennial hanno uno o due figli, e un livello di preparazione e di reddito molto diverso dagli altri.


6. I millennial dentro

Sono quelli che hanno più di 35 anni e a volte superano i 40. Non sono propriamente dei millennial, ma si sentono e si comportano come tali, o almeno ci provano, perché hanno compreso l'importanza delle nuove tecnologie e della comunicazione online e sui social media, essendo molto presenti su Facebook, Twitter e LinkedIn.

Un millennial dentro discute di lavoro con la sua collaboratrice
Millennial dentro

In conclusione, pur facendo parte di una stessa generazione, fra queste categorie di millennial ci sono molte differenze, e per agganciarle è necessario usare strumenti, messaggi e linguaggi differenti. Personalizzare il più possibile la nostra comunicazione su misura di queste persone e del target prescelto determinerà il successo delle nostre campagne.


 

Questo post è stato realizzato grazie a uno dei corsi di LinkedIn Learning.

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